Tonos humanos y divinos – 2 ottobre

Tonos humanos y divinos

Musica per la corte Aragonese del Duca di Calabria

Baltazar Zùñiga, tenore
Accademia degli Imperfetti
Giorgia Less e Maurizio Less viole da gamba
Marinella di Fazio vihuela de mano

PROGRAMMA

Diego Ortiz, Recercada sobre “La Spagna”
Como puedo
Con que la lavaré
E la don don
Enrique de Valderrabano, Soneto et Pavana
Falalalan falalalera
Gòzate Virgen sagrada
No la devemos dormir
Enrique de Valderrabano, Pavana sobre el primero grado
Diego Ortiz, Recercada VIII
Rey aquien Reyes adoran
Un nino nos es nacido
Milàn, Fantasia
Verbum caro factum est
Vella de vosson amoros
Si nos huviera mirado
De la Torre, Bassa Castiglia
Teresica hermana
Senores, el ques nacido
Que farem del pobre Joan
Ortiz, Recercata II
Ay luna
Riu riu Chiu

Note al programma

L’antologia di “Villancisos de diversos autores…”, pubblicata a Venezia nel 1556, raccoglie quanto in uso nella raffinata corte valenciana di Ferdinando d’Aragona, duca di Calabria e poi vicerè di Valencia, nel secondo quarto del ‘500. Riscoperta nel 1906 nella biblioteca di Uppsala, contiene una sessantina di composizioni polifoniche sia di ambito sacro – molte legate alla Natività – sia profano, tutte anonime. È nota quindi sotto il nome di Cancionero del Duca di Calabria o di Cancionero di Uppsala.

Nel programma i brani vocali, con testi per la maggior parte in Castigliano, con poche presenze di Catalano e Galiziano, sono intercalati con composizioni strumentali di ambiente culturale spagnolo, operanti in Spagna o nel Regno di Napoli nello stesso periodo. Lo stile delle composizioni vocali è diretta eredità di quello di quello del Cancionero de Palacio, compilato negli ultimi decenni del ‘400, costituito da Villancicos , raffinati brani polifonici di corte ma di derivazione popolare.

Gli strumenti utilizzati sono la vihuela e le viole da gamba, strumenti legati, a dispetto di un suono molto diverso, da una stretta parentela, con le seconde “figlie” della prima. La vihuela infatti, strumento peculiarmente spagnolo, a seguito l’importazione da parte della corte di Rodrigo Borja, Papa Alessandro VI, è all’origine dell’italiana viola da gamba.

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